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Cagli sorge su un altopiano stretto dai fiumi Bosso e Burano confluenti al Metauro. Il comune risulta delimitato verso sud dai Monti Catria, Petrano e Nerone e più a nord dal monte Paganuccio che, con il Pietralata, forma le scoscese pareti di calcare massiccio del Passo del Furlo. Abitata anticamente dagli umbri e dai romani, Cagli fu tra i capisaldi della Pentapoli montana bizantina (con Fossombrone, Gubbio, Jesi e Urbino). Nel XIII secolo, divenuta libero comune e abbracciata la fede guelfa, fu incendiata dai ghibellini e poi ricostruita da papa Niccolò IV (1289), nel pianoro sottostante il precedente abitato. Finì comunque incorporata entro i confini del ducato di Urbino così che Federico da Montefeltro la fece fortificare (1481) da Francesco di Giorgio Martini con la costruzione di un’imponente Rocca, posta sul colle dei Cappuccini, oggi purtroppo scomparsa (fatta eccezione per pochi ruderi) e collegata con un passaggio sotterraneo all’imponente Torrione a pianta ellittica tuttora esistente a valle e sede del recente Centro per la Scultura Contemporanea. All’epoca montefeltresca risalgono anche i lavori di adattamento del medievale Palazzo Pubblico (oggi sede del Comune e del Museo Archeologico). Tra gli edifici di architettura ricordiamo: la chiesa di S.Francesco e la chiesa di S. Domenico, entrambe con interni ad aula arricchiti di tele a affreschi, di origine medievale; la Cattedrale, quasi interamente ricostruita nel sec. XVIII, la chiesa di S. Angelo minore, la chiesa di S. Pietro, la chiesa di S. Maria della Misericordia, la chiesa di S. Giuseppe, la chiesa di S. Chiara, la chiesa di S. Filippo e S. Bartolomeo, impreziosite da opere d’arte, comprese diverse tele del noto pittore cagliese Gaetano Lapis (1706-1773). Fra gli edifici di architettura civile più significativi si segnalano il quattrocentesco Palazzo Preziosi-Brancaleoni e il cinquecentesco Palazzo Tiranni-Castracane, oltre all’ottocentesco Teatro Comunale con ricca sala a palchetti. Un sito romano di notevole importanza è il Ponte Mallio sul torrente Bosso il cui fornice centrale con relativi contrafforti a grandi blocchi di pietra viene fatto risalire all’epoca repubblicana. Nell’ambito del territorio comunale, in località Monte Martello, sorge l’interessante santuario di S. Maria delle Stelle, edificato nel 1475 e che ingloba una celletta preesistente impreziosita da affreschi trecenteschi. Località del cagliese degna di nota è Pianello, sito ai piedi del monte Nerone (m.1525), là dove il Certano, il Giordano e il Fiumicello confluiscono tra loro per dar vita al Bosso. Il “Giuoco dell’Oca” che si disputava a Cagli già nel 1543, oggi viene riproposto la prima e la seconda domenica di agosto.
Teatro comunale
La prima sala per spettacoli di Cagli fu ricavata all’interno del Palazzo Comunale per la messa in scena di una commedia del cagliese Bernardino Pino nel 1585. L’attuale teatro, sorge su area totalmente autonoma ed è stato eretto fra il 1870 e il 1878 su disegno dell’architetto perugino Giovanni Santini con modifiche dell’ingegner Coriolano Monti e dell’ingegner Lorenzo Priori. Un edificio che segna il trionfo dello stile eclettico e il superamento di ogni nostalgia neoclassica. La facciata presenta le caratteristiche di un palazzo tardocinquecentesco con tre grandi portali arcuati a bugnato, alternati ad analoghe finestre al piano terreno, balcone centrale e cinque finestre rettangolari con cornice a timpano spezzato al piano nobile, finestrotti quadrati al secondo piano, fasce marcapiano e cornicione rettilineo con mensole a coronamento dell’edificio. Quattro grandi epigrafi, riccamente incorniciate e poste tra le finestre del primo piano, sono dedicate ai protagonisti dell’unità nazionale. Di gusto eclettico è l’elegante atrio, scompartito in nove campate da altrettante volte a crociera sostenute al centro da quattro colonne doriche e sovrastato al piano superiore da un capace ridotto con volta lunettata a padiglione. La sala, raccolta e armoniosa nelle sue proporzioni, dispone di 50 palchi disposti su tre ordini e sovrastante loggione a balconata aperta. Il proscenio, privo di palchi, è ad architrave piano cassettonato e arcuato sui due lati. La decorazione, riccamente distribuita lungo i parapetti a fascia e sui pilastrini divisori, è tutto un susseguirsi di stucchi dorati, mensole, volute, sfingi, cornici, fregi e intagli, disegnati e modellati dal perugino Alessandro Venanzi e dal bolognese Tito Azzolini. Il palcoscenico presenta ancora oggi i vecchi dispositivi di manovra come i carrelli per lo spostamento delle quinte, carrucole e tiri, una macchina per le luci a soluzione salina, un sipario-comodino con apertura per l’uscita degli artisti e ben nove scene complete di fondali e quinte costituenti il corredo originale. Dopo alcuni anni di chiusura per adeguamento alle norme di sicurezza, il teatro è oggi in attività.
Cagli – Teatro comunale Piazza Nicolò IV